Caracòi Agoìn (q.1276)
La struttura a Blockbau di questa antica abitazione testimonia ulteriormente gli scambi culturali intercorsi. Curioso il piccolo scampolo di muratura che spezza la continuità delle travi.
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Tratto da "Case contadine nelle Valli Dolomitiche del Veneto", di Luigi Dematteis, Priuli e Verlucca editori, p.65 |
Tabiài Costornà (q. 1630, com. Rocca Pietore)
Le pendici del Col Tront, la dorsale fiancheggiante a Sud la Val Pettorina, erano utilizzate in prevalenza a prato da parte degli abitanti di Caracòi e di Bramezza che vi avevano costruito numerosi tabiài destinati ad accogliere il fieno sino all'inverno per poi calarlo con le slitte. Attualmente il bosco, abeti e larici, sta riappropriandosi del terreno non più falciato, cosicchè anche i superstiti tabiài son destinatia scomparire. Nell'Agordino Soprachiusa era abitudine costruire a Blockbau gli edifici rustici ed in antico anche le abitazioni. Distintive dei fienili le pareti ottenute sovrapponendo tronchi grezzi senza farli combaciare: più celere il montaggio e migliore l'erazione del fieno. La copertura a scandole completava questi manufatti interamente lignei, eccettuata una rustica base in muratura di pietrame a secco.
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Tratto da "Case contadine nelle Valli Dolomitiche del Veneto", di Luigi Dematteis, Priuli e Verlucca editori, p.35 |
Malga Staulanza (q.1671, com. Zoldo Alto)
Interno della casera con il grandioso larìn angolare, circondato per tre lati dalla immancabile panca e sovrastato da una cappa vistosa e funzionale. Larìn deriva dal latino lar, laris, focolare domestico; i Lares, nella cultura etrusca e romana, venivano invocati quali divinità tutelari della casa.
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Tratto da "Case contadine nelle Valli Dolomitiche del Veneto", di Luigi Dematteis, Priuli e Verlucca editori, p.31 |
Località Stabiziane (q.1089)
Stavolo a Blockbau, corpolaterale a ritti e tavoloni incastrati.
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Tratto da "Case contadine nelle Valli Dolomitiche del Veneto", di Luigi Dematteis, Priuli e Verlucca editori, p.91 |