Gli ETRUSCHI e FRANCESCO VENEZIA

Il magnifico allestimento di Francesco Venezia riporta in vita la magistrale "TRADIZIONE ITALIANA" del mostrare e dei maestri Scarpa, Albini, BBPR.

L'ultimo allestimento di Carlo Scarpa che ricordo, risale al 1977 - ALBERTO VIANI a Cà Pesaro - scarno, lineare, semplice . Alcuni solidi geometrici , dipinti di grigio , sostenevano le sculture distribuite sapientemene in modo rarefatto tra le sale del palazzo. Il rapporto dimensionale tra le opere ed i basamenti era stato studiato perfino ridisegnando tutte le sculture a mano libera.......
Ricordo molto bene anche un piccolo intervento in una galleria d'arte per esporre le ultime opere di Giacometti. Così pure i suoi ultimi allestimenti a Palazzo Grassi per la mostra di Samonà (1975) e quello magnifico di Palazzo Ducale per " Venezia e Bisanzio " ( 1974 ) . Così, ancora liceale, mi appassionai alla " cultura del mostrare " , trovando stimoli nuovi per avvicinarmi agli studi di Architettura. Chi legge vorrà perdonare questa licenza personale, ma è ciò che sento di dover raccontare per cercare di rendere esplicita la sensazione di piacere e di meraviglia che ho provato uscendo dalla nuova mostra di Palazzo Grassi. La mostra è ricchissima, molto interessante ; per una volta si esce imparando , si apprende, si vede e si capisce. Alcuni pezzi rari, alcune recenti scoperte, novità archeologiche sorprendenti e tutto l'insieme della raccolta rendono questa esposizione un evento internazionale di grande rilievo. Rilievo confermato dalla presenza alla cerimonia inaugurale del Ministro Giovanna Melandri che ha dichiarato : " Se la cultura è diventata uno dei settori di maggiore innovazione nel nostro paese lo dobbiamo anche al protagonismo ed alla partecipazione dei privati ......" .
Il curatore scientifico Prof. Mario Torelli e Cesare Annibaldi, Presidente di Palazzo Grassi, ci propongono una rassegna di assoluto valore anche educativo, capace di svelare alcuni misteri di una civiltà tanto importante per tutta la cultura italiana ed europea. Ma altri e più competenti visitatori ne commenteranno le qualità archeologiche, sottolineate anche dalla trasmissione di Piero Angela , messa in onda dalla RAI, totalmente dedicata alla grande esposizione lagunare. La meraviglia e lo stupore che ha provocato in me la visita a Palazzo Grassi è dovuta soprattutto all'allestimento di Francesco Venezia, già ampiamente ed autorevolmente sottolineato in alcuni articoli da Francesco Dal Co'.
Torniamo velocemente a Carlo Scarpa : l'approccio intenso del maestro, l'uso dei materiali e della luce , la cura potente e meticolosa del dettaglio fino alla vite, e contemporaneamente la lieve ed aggraziata capacità di " mostrare " le opere , di renderle protagoniste , di " illuminarle " in senso lato con una sapiente e magistrale continua invenzione allestitiva , ha portato ad esiti e risultati importanti ed altamente qualificanti. Ripercorrendo a ritroso i tanti lavori eseguiti da Carlo Scarpa, sia nel campo degli allestimenti museali permanenti che nel campo delle architetture temporanee oppure da alcuni definite " effimere ", scopriremo come la visione delle opere e la intensa partecipazione dell'astante ne risultassero sempre avvantaggiate. Mi spiego più esplicitamente : negli ultimi anni e spesso proprio per le grandi mostre di massa , ho dovuto con dispiacere notare un decadimento della " cultura del mostrare ". Progetti con mania di protagonismo e spesso perfino tremende carenze tecnico/espositive talmente gravi da rendere impraticabile e difficile la visione dell'opera malamente esposta. Dal Cò parla perfino di una certa " sciatteria " ed incultura. Così la mia passione per le mostre è scemata ed ho rinunciato spesso alla visita di collezioni pompate a dismisura dai mass-media... Con gli allestimenti di Carlo Scarpa succedeva esattamente il contrario : l'astante usciva dalla mostra gratificato e felice, e le opere esposte con sapienza ed intensità dialogavano e non stridevano con l'allestimento. Un evento nell'evento, percepibile da tutti e non solo dagli addetti ai lavori.
La scuola italiana del '900 ha lasciato un patrimonio straordinario di eccelsa qualità : Albini, BBPR, Ignazio Gardella, Baldessari, Figini e Pollini, N.Nizzoli ed E. Persico, Terragni, Giuseppe Pagano, lo stesso Giò Ponti, Mirko Basaldella, Achille Castiglioni hanno realizzato sistemazioni museali permanenti ed allestimenti temporanei di fondamentale importanza tanto da formare una "TRADIZIONE ITALIANA" magistrale. Eppure da tempo pareva tutto confinato, come reperti di archeologia, negli scantinati bui e polverosi di tanti musei. Ecco che oggi appare l'allestimento di Francesco Venezia, uno dei migliori architetti italiani in attività. L'approccio intenso e profondo , sostenuto da un impegno rigoroso tanto da poterlo inquadrare eticamente e storicamente proprio come un nuovo contributo fondamentale a quella" TRADIZIONE ITALIANA ", ha portato il progettista a realizzare una mostra veramente speciale . Emozionante. Un garbato rigore poetico spesso esaltato da geniali allusioni o incredibili " fuoriscala ", accompagna il visitatore in un viaggio di una qualità del tutto rara ed ormai dai più dimenticata. Ogni stanza del Palazzo è stata ripensata : pochi materiali come ferri ad ossidazione naturale messi in relazione alle suggestive trasformazioni provocate dal tempo sulle materie dei reperti ; oculati contrasti ed accordi di colori ; teche di vetro magistralmente illuminate e posizionate così da permettere in molti casi una visione " Totemica "; pareti ripulite. L'intervento sull'atrio del palazzo , alludendo alle necropoli, colpisce anche inquietando, ,produce un'immediata partecipazione EVOCATIVA ed al contempo , garbatamente ma seccamente, ridisegna l'intera architettura del palazzo. Negli ultimi anni , certo, qualche eccezione resta tra le mille mostre allestite con " faciloneria, pressapochismo e cattivo gusto " : ricordo il muro di SVERRE FEHN in Basilica Palladiana a Vicenza , così come un magnifico impianto illuminotecnico di A. CASTIGLIONI ad un salone del mobile Milanese, ricordo Gino Valle e Vedova a Venezia , come alcuni geniali ed ironici stand di Denis Santachiara e sicuramente altri che non ho avuto la fortuna di vedere. Ma gli ETRUSCHI a Palazzo Grassi vanno consigliati a tutti : l'allestimento li valorizza. L'evento nell'evento è il lavoro di Francesco Venezia ( grafica di P.Cerri); chiunque ne uscirà con una rara sensazione di appagamento e con la certezza di avere visto e vissuto qualcosa di indimenticabile. Grazie architetto! Chissà , forse scopriremo che la " scuola italiana " e la "cultura del mostrare" sono ancora vive ; di sicuro tutti, volendo, potremo capire ed apprendere.

 

Articolo MODO 23 febbraio 2001